Compenso amministratore Srl e TFM: come funziona la delibera e come pagare meno tasse

 

Nel momento in cui si costituisce una qualsiasi società, in questo caso una Srl, una delle domande più frequente riguarda il compenso degli amministratori e come avviene il prelievo degli utili generati.

In Italia vige una delle tassazioni più alte, e la legislazione non rende di certo il tutto più semplice, o comunque meno oneroso. Ad oggi la maggior parte degli imprenditori gestisce i prelevamenti dalla propria società attraverso i compensi dell’amministratore, una parte minoritaria attraverso l’utilizzo di dividendi.

 

Compenso amministratore Srl: cos’è

Quando si parla di compenso dell’amministratore, si parla di quella somma stabilita dall’assemblea dei soci che è destinata a cui ricopre la figura dell’amministratore, che sia esso un soggetto singolo o un consiglio di amministrazione composto da più soci.

Essenzialmente si tratta di costi per l’azienda, a cadenza mensile, trimestrale o annuale, che possono essere minimizzati attraverso una strategica pianificazione fiscale, del tutto legale e consentita dalla legge italiana.

Tramite il compenso del o degli amministratori è possibile quindi retribuire l’organo amministrativo abbattendo il reddito imponibile (quello su cui vengono poi calcolate le tasse) e l’utile prodotto dalla società, evitando di subire la tassazione del 26% sulla distribuzione dei dividendi.

 


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Come si calcola l’importo del compenso amministratore Srl

È l’assemblea dei soci a stabilire come viene erogato il compenso degli amministratori: l’importo, le modalità e la cadenza. È fondamentale metterlo nero su bianco tramite un’apposita delibera in merito, senza la quale l’Amministrazione Finanziaria potrebbe anche disconoscere l’importo del compenso erogato.

Un’altro compito dell’assemblea soci è quello di stabilire come erogare parte del compenso, se sotto forma di benefit del valore corrispondente, oppure anche sotto forma di quote di partecipazione alla società. Non esiste nemmeno una regola che stabilisca quanto debbano essere ricompensati gli amministratori, infatti potrebbero anche accettare un compenso che sia inferiore al lavoro apportato in società. In questo caso però è richiesto il chiaro consenso da parte degli amministratori.

È possibile anche concordare anche la gratuità dell’incarico di amministratore. Ovviamente questo aspetto deve essere inserito nello statuto della società e chiarito nell’atto di nomina dell’amministratore.

 

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La tassazione sul compenso dell’amministratore

La decisione dei soci di stabilire i compensi degli amministratori è la scelta più popolare tra le società a responsabilità limitata in Italia, in quanto è facile da attuare e gestire dal punto di vista burocratico, anche se va gestita con l’aiuto di un commercialista.

I membri del consiglio decidono quindi la retribuzione annuale dell’Amministratore unico o del Consiglio di amministrazione, il quale riceve poi il compenso regolarmente tramite buste paga o fatturazione con partita IVA.

L’importo è tassato in base alla disciplina fiscale del lavoro dipendente (art. 51 del Tuir) e quella dei benefit e dei rimborsi spese quando il compenso è riconosciuto sotto queste forme.

In questo modo, l’azienda ha la possibilità di detrarre dalle imposte il salario precedentemente concordato, mentre il dirigente riceve una retribuzione fissa al pari di un dipendente.

Naturalmente, nel compenso sono da considerare le seguenti trattenute:

  • IRPEF;
  • contributi INPS dovuti alla Gestione separata.

Da non sottovalutare è anche la convenienza di ricompensare il dirigente utilizzando anche altri mezzi, come i benefit, i rimborsi spese, le indennità, oppure con i dividendi.

 

Il TFM o Trattamento di Fine Mandato

Nel momento in cui una società nomina un amministratore, l’assemblea dei soci può stabilire una somma da accantonare e versare a questa figura quando terminerà il suo incarico.

La somma in questione è deducibile al 100% in base al principio di competenza. Quindi, ogni anno sarà possibile dedurre la quota accantonata e, anche in tal caso l’importo da accantonare occorre sia adeguato e non esagerato (pur non essendoci limiti legali).

Si tratta di un importo deciso tra le parti (amministratore e soci) e che non ha importi prestabiliti se non la ragionevole quantificazione. Per l’amministratore, il trattamento di fine mandato, non concorre a formare reddito imponibile dell’anno ma sarà soggetto a una tassazione agevolata (limite massimo di 1 milione di euro).

Affinché si possa beneficiare del vantaggio fiscale del TFM, questo deve essere previsto preventivamente nel momento della stesura dello Statuto della società e la sua delibera deve avvenire prima della nomina dell’amministratore, pena la perdita del vantaggio fiscale.

 

I rimborsi spese per l’amministratore della società

Un altro metodo per remunerare gli amministratori è con il rimborso spese. Questo non si considera imponibile ai fini fiscali e previdenziali e di conseguenza è economicamente vantaggioso.

L’elemento più importante è che sia tutto tracciabile e comprovato con la documentazione giustificativa della spesa. Il rimborso spese può essere effettuato per:

  • vitto;
  • alloggio;
  • viaggio e trasporto, per trasferte effettuate fuori dal territorio comunale.

Anche per le società è economicamente vantaggioso, poiché sono esclusi dal reddito imponibile. Per i rimborsi non documentati valgono queste linee guida:

  • massimo 46,86 euro al giorno per le trasferte effettuate in Italia;
  • massimo 77,46 euro al giorno per le trasferte effettuate all’estero.

I rimborsi documentati seguono linee guida diverse e in caso di rimborsi misti, la parte eccedente è tassato:

  • 30,99 per Italia;
  • 51,65 per Estero.

In caso di spese di trasporto, l’ammontare del rimborso potrà essere formulato soltanto in forma chilometrica, attraverso il calcolo effettuabile mediante tabella ACI. In questo caso, peraltro, l’azienda può dedurre tutto l’importo nei limiti di quanto risultante dal predetto calcolo. Viceversa, se l’amministratore utilizza un biglietto aereo o ferroviario, il rimborso copre l’intero costo sostenuto purché sia documentata.

Si ricorda che per i rimborsi spese documentati è necessaria una documentazione giustificativa della spesa a piè di lista.

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