- Scadenza dichiarazione titolare effettivo: la nuova normativa
- Chi è il titolare effettivo: scadenza e obblighi
- Chi deve comunicare il titolare effettivo?
- Ogni quanto bisogna effettuare la dichiarazione?
Scadenza dichiarazione titolare effettivo: la nuova normativa
Dal 9 ottobre 2023, con l’introduzione di una nuova normativa, sono stati imposti alle imprese una serie di obblighi volti a migliorare la trasparenza e a prevenire frodi e attività illecite. Secondo questa nuova legge, tutte le società di capitali (come srl, spa, sapa, cooperative, ecc.), enti non commerciali, associazioni senza scopo di lucro e persino i trust devono ora comunicare alla Camera di Commercio i loro titolari effettivi. Questa registrazione avviene attraverso un registro speciale creato appositamente per questo scopo.
Chi è il titolare effettivo: scadenza e obblighi
Per definizione, il titolare effettivo è definito come la persona che possiede o controlla l’azienda e/o la persona per conto della quale si effettua un’operazione. Nelle strutture aziendali complesse, come società holding o con azionisti multipli e strutturate a livello internazionale, determinare il titolare effettivo può essere un processo intricato. Tuttavia, è fondamentale per le autorità e le istituzioni finanziarie identificare chiaramente il titolare effettivo così da garantire la trasparenza e prevenire le attività illegali.
Con la nuova normativa introdotta, i soggetti incaricati di comunicazione l’identità dei titolari effettivi entro la scadenza, sono gli amministratori o i legali rappresentanti. Coloro a cui è affidato il compito, devono inviare le informazioni richieste entro 60 giorni dall’entrata in vigore della normativa, con la scadenza originariamente fissata all’8 dicembre 2023. I termini sono però stati prorogati fino al 11 dicembre per consentire il completamento delle procedure.
Prima di comunicare i dati al registro delle imprese presso la Camera di Commercio, è fondamentale che gli amministratori ottemperino a un altro requisito: devono ottenere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, come previsto dal Dpr 445/2000. Questa dichiarazione deve essere rilasciata dai soci, confermando se sono o meno i titolari effettivi delle quote e segnalando eventuali cause di esclusione. In caso contrario, potrebbero essere applicate sanzioni pecuniarie significative, che vanno da 103 a 1032 euro. Tuttavia, se si completa l’adempimento entro 30 giorni dalla scadenza, l’importo della sanzione si riduce ad un terzo.
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Chi deve comunicare il titolare effettivo?
Questo adempimento non è senza rischi. L’obbligo di comunicare i titolari effettivi ricade sugli amministratori o i legali rappresentanti delle entità interessate ed hanno inoltre la responsabilità di verificare se i soci sono i veri titolari delle quote detenute. Se i soci sono solo intermediari, gli amministratori devono dichiarare chi è il beneficiario finale di tali quote. Questo processo di verifica è essenziale per evitare frodi, intimidazioni o ricatti, considerando che il registro delle imprese è pubblicamente consultabile.
Ogni quanto bisogna effettuare la dichiarazione?
Questo adempimento non è una procedura unica. Oltre a essere eseguita al momento dell’iscrizione, la comunicazione dei titolari effettivi deve essere ripetuta ogni volta che le quote vengono trasferite e comunque almeno una volta all’anno. Questa periodica revisione è essenziale per garantire che le informazioni nel registro siano sempre accurate e aggiornate.
In conclusione, mentre questa nuova normativa impone nuove responsabilità e compiti agli amministratori delle imprese interessate, mira a creare un ambiente commerciale più trasparente e a prevenire potenziali attività illegali. Gli amministratori devono affrontare questi obblighi con diligenza e precisione per evitare sanzioni e, al contempo, contribuire a promuovere un clima di fiducia e integrità nel mondo degli affari.
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